giovedì 21 maggio 2009

Il futuro di Pavia: Tecnologia o Salame ?

Andrea Albergati e il Partito Democratico credono che il futuro di Pavia debba basarsi su un nuovo distretto industriale produttivo e della ricerca scientifica nei settori delle biotecnologie, dell’elettronica, dell’informatica e, più in generale, di attività con forte contenuto innovativo di idee, prodotti, tecnologie.
Viceversa, il programma di Cattaneo e le dichiarazioni di alcuni esponenti del Centrodestra fanno presagire un futuro basato sul Salame e poco altro.
Vediamo come si giustificano le affermazioni riportate qui sopra, e perché sia lecito nutrire dubbi sulle capacità amministrative della compagine di Cattaneo, e qualche legittima paura riguardo al futuro della nostra città se dovesse cadere nelle mani del Centrodestra.


Il programma di Albergati: Pavia città della conoscenza e delle nuove tecnologie
Andrea Albergati dimostra la serietà della sua proposta per l’amministrazione di Pavia sin dal primo punto del programma, in cui si delinea in modo chiaro che la nostra città deve puntare su un nuovo e forte sviluppo delle attività produttive, industriali e della ricerca scientifica, sfruttando le competenze e le strutture di grande qualità esistenti sul territorio.
L’idea di fondo è che l’Università, lo IUSS, lo CNAO, i diversi Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) costituiscono un asset di competenze, conoscenze e attrezzature di livello tale da potere attrarre sul territorio comunale imprese già affermate e farne nascere di nuove. Le imprese per le quali il sistema-Pavia può essere di forte attrazione sono quelle orientate all’innovazione ed al settore hi-tech, cioè l’elettronica, l’informatica, le biotecnologie, le energie pulite o rinnovabili.
Si vuole fare di Pavia un importante distretto delle tecnologie, che crei nuovi posti di lavoro sia direttamente sia nell’indotto, e rilanci il settore delle attività produttive della nostra città, facendone un punto di riferimento non solo per la Lombardia e il Nord Italia, ma per l’ambito Europeo.
Il Partito Democratico nazionale ha da sempre posto l’accento sull’importanza della cultura della conoscenza e dello sviluppo scientifico-tecnologico per la crescita reale delle imprese italiane. Il PD pavese, forte del rinnovamento della classe dirigente avviato con la creazione del nuovo partito, annovera competenze e sensibilità adeguate a progettare e guidare il futuro sviluppo di Pavia come città in cui l’innovazione di impresa torni ad essere di casa.


L’idea del Centrodestra: puntiamo sul Salame
Nel programma di Cattaneo l’aspetto dello sviluppo delle nuove tecnologie è assente. Viene affrontata assai vagamente la questione (non potendo del tutto ignorare questo tema fondamentale), probabilmente prendendo spunto dal ben più articolato programma di Albergati (che è stato reso pubblico qualche giorno prima). Citiamo testualmente: “[occorre] offrire alle aziende la possibilità di una vera collaborazione con l’Università in una struttura che valorizzi le ricerche universitarie. Una cittadella della scienza, o polo tecnologico, che sia di stimolo a investire sul territorio pavese da parte delle industrie perchè trovano personale in grado di fare ricerca e svolgere attività in outsourcing”.
Compitino svolto con il minimo sforzo. Voto 5.
Perché il Centrodestra relega lo sviluppo industriale di Pavia a poche e indefinite righe di programma ?
A mio avviso, due sono i principali motivi.
1. Nei partiti di centrodestra, a livello locale come a livello nazionale, i temi attinenti lo sviluppo e la valorizzazione delle conoscenze vengono gravemente sottovalutati, perché manca la visione globale del percorso di creazione della ricchezza (economica e sociale) che parte dal basso (le idee innovative che vanno sviluppate e sostenute). Prevale invece la classica visione conservatrice per cui la nuova ricchezza deve essere prodotta dagli attori che già detengono la ricchezza, ossia le imprese affermate dei settori tradizionali, il sistema immobiliare, dell’edilizia e del commercio.
2. La classe dirigente del centrodestra pavese risponde, al pari della classe dirigente nazionale, ad interessi particolari di pochi grandi imprenditori ed attori locali.
L’esplicita negazione dell’unica idea sensata di sviluppo per Pavia ci viene dalle parole di Gianmarco Centinaio, giovane consigliere uscente e influente uomo della Lega Nord, che così ha dichiarato meno di due mesi fa, all’avvio della campagna elettorale (Il Mondo del Lunedì, 23 Marzo 2009): “Ormai solo il centrosinistra crede ancora in una città dove possano tornare le grandi industrie. Pavia deve avere due vocazioni: turistica, per i capolavori che ha, e alimentare. Serve un grande distretto alimentare: riso, vino, salumi. Solo così potremo creare sviluppo e posti di lavoro”.
Nulla da obiettare sul turismo. Ma sullo sviluppo produttivo il giovane Centinaio ha le idee piuttosto confuse, poiché il piano che propone potrebbe funzionare per la Provincia di Pavia, ma non è assolutamente adatto per la sua città capoluogo, che ormai da anni ha investito (con successo) nel consolidamento delle Istituzioni e delle strutture che producono ricerca e nuove conoscenze, e che le consentono ora di essere protagonista dell’uscita dalla crisi puntando sulle nuove tecnologie.


Conclusione
Speriamo che Pavia città delle nuove tecnologie abbia la meglio su Pavia città del Salame.
E che i futuri laureati pavesi possano trovare in città un lavoro adeguato alla loro preparazione professionale, e possano godere di gite fuori porta nello splendido territorio provinciale gustando i prelibati prodotti della terra dell’Oltrepò, della Lomellina e della Bassa Pavese.

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