martedì 13 ottobre 2009

cosedipoliticaPD – “Paola Binetti manca di rispetto ai suoi colleghi Parlamentari ed agli elettori del PD. Si dimetta”

Dopo avere assistito all’affossamento della legge contro l’omofobia, nella grande tristezza di questo momento, dopo aver valutato che è comunque valsa la pena di profondere tutte queste energie (grazie in particolare a Paola Concia), chiedo ai Deputati del PD di esprimersi nel merito sul comportamento di una loro compagna di Gruppo che ha votato con la maggioranza di destra.
Il caso-Binetti è ormai troppo grosso perché i primi a cercare di risolverlo non siano i suoi colleghi Parlamentari. Consigliatele di aderire al Gruppo Misto o a quello dell'UDC. Non può più stare con voi.
Anche se la cosa migliore sarebbe che si dimettesse dall’incarico di Deputato della Repubblica.
Non ne faccio un tema di battaglia congressuale (anche perché Binetti ha detto chiaramente che NON sostiene Franceschini, quindi mi pare di capire che non si riconosce in alcuno dei candidati alla Segreteria). E' ormai una questione di metodo, regole, eticità, rispetto.
Quest'ultimo gravissimo episodio non va de-rubricato al livello di un dettaglio o un incidente di percorso. La nostra gente ci chiede chiarezza, e chiede il rispetto del simbolo del PD.

cosedipoliticaPAVIA – “il Piano-casa è un provvedimento inutile se va bene, dannoso se va male”


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Ieri sera nel Consiglio Comunale di Pavia si è discussa la delibera presentata dall’Assessore all’Urbanistica Fabrizio Fracassi (Lega Nord) relativa al cosiddetto Piano-Casa.
Cos’è il Piano-Casa – È una Legge dello Stato che, recepita dalle Regioni, prevede che si possa ampliare la volumetria di immobili esistenti sino al 20%, e fino al 30% nel caso di immobili fatiscenti che vengono abbattuti e ricostruiti (questa è la versione approvata dalla Regione Lombardia, L.R. 16 Luglio 2009, n° 13). La Legge Regionale impone ai Comuni di dichiarare entro il 15 Ottobre 2009 quali parti del proprio territorio intendono escludere dall’applicazione.
La delibera del Consiglio Comunale di Pavia – Pone dei limiti sensati all’applicazione della Legge, escludendo le zone del centro storico, il Parco del Ticino, ecc.
Cosa penso del Piano-Casa – È un provvedimento-tampone, ad impatto del tutto trascurabile sull’economia di medio periodo, che travisa ancora una volta gli ambiti della gestione del territorio Italiano.
1. Le politiche abitative e del territorio dovrebbero avere un carattere strutturale e un respiro di lungo periodo, come insegna l’inziativa del Governo conservatore Francese (la Grenelle de l’Envirennement) che programma e coniuga interventi edilizi con ecologia, sviluppo sostenibile, investimenti per l’energia pulita. Invece, in Italia, il piano-casa nasce come misura di sostegno immediato alla crescita del PIL, rivelando che il Governo intravede nel settore edilizio una via di uscita dalla crisi economica, e non uno strumento per pianificare lo sviluppo del territorio.
2. In concreto, quale sarà l’impatto del Piano-casa sullo sviluppo dell’economia nazionale? Si prevede che il contributo all’aumento del PIL del prossimo anno sia del 1.4% (fonte: Lavoce.info). Tutto bene quindi? NO. Perché nel medio periodo, i benefici economici immediati verranno annullati dall’inevitabile calo dei consumi causato della ridotta ricchezza delle famiglie che hanno effettuato l’intervento di ampliamento della propria abitazione. Quindi, alla fine, otterremo pochi o nulli vantaggi economici, e correremo il rischio di avere città e paesi più brutti.
3. Il Piano-casa stimola l’espansione temporanea del settore edilizio, che in Italia ha una lunga tradizione di evasione fiscale, lavoro nero, infortuni sul lavoro, le cui vittime sono spesso lavoratori stranieri senza alcuna garanzia. Mi preoccupa molto che si incentivi un settore che vive in uno stato di semi-legalità, senza congiuntamente destinare risorse e rafforzare misure volte a combattere l’evasione fiscale e a promuovere la sicurezza sul lavoro.

venerdì 2 ottobre 2009

cosediPD – “Parlamentari assenti? Non ri-eleggiamoli!”

Leggendo i nomi degli assenti tra i banchi del PD alla Camera il 30 Settembre 2009 in occasione della discussione e votazione relative allo scudo fiscale, si osserva che vi sono molti "Big" della politica. Si viene allora colti dal dubbio (o dalla certezza) che alcuni dei nostri rappresentanti interpretino il ruolo di Parlamentare come una sorta di vitalizio che consente loro di svolgere l’attività politica che preferiscono (conferenze, seminari, dibattiti, incontri con la gente).
Se persone come D’Alema o Livia Turco o Rutelli o Realacci pensano di fare i Parlamentari per diritto divino, si sbagliano. Lo fanno per andare in Parlamento e votare compatti secondo le linee che il Partito Democratico indica. Se poi rimane tempo per fare altro, bene. Ma assentarsi dalle votazioni sui provvedimanti-chiave è da farabutti.
Se si vuole intepretare un altro tipo di carriera politica (in giro tra la gente, o nei palazzi delle Fondazioni), semplicemente non ci si fa eleggere in Parlamento. Si dice “no, grazie”. Il mio invito è di tenerne conto allorché si compileranno le liste elettorali nel 2013.
Per confronto, io faccio l’umile Consigliere Comunale di opposizione a Pavia, e cerco in tutti i modi di essere presente in Consiglio, anche se la maggioranza compatta ci batte sempre nelle votazioni. Lo devo ai miei elettori, al mio partito, ai miei colleghi Consiglieri. Tra l’altro, continuo a fare il mio lavoro di docente universitario (che lascerei se fossi eletto in Parlamento), che a volte mi porta lontano dall’Italia. Però cerco sempre di rientrare in tempo per svolgere il mio dovere politico. Ecco, vedere che quella cinquantina di Parlamentari del mio partito intende il dovere in modo così diverso da me mi ha fatto male.