venerdì 18 dicembre 2009

cosedipoliticaPAVIA – “la debole prova di forza della maggioranza”


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Sottotitolo: il centrodestra pavese adotta la linea dura, e l’assessore Fracassi fa una pessima figura.
Nel Consiglio Comunale del 17 Dicembre 2009 erano in discussione le linee-guida per il Piano di Governo del Territorio (PGT), ossia il sostituto del vecchio Piano Regolatore. Le linee-guida sono descritte in un ampio documento che deve essere approvato dal Consiglio Comunale.
Il metodo della precedente amministrazione di centrosinistra
Durante l’anno 2008 la precedente amministrazione di centrosinistra (sindaco Capitelli) aveva ritenuto opportuno approvare la linee-guida del PGT dopo un dibattito ampio che prevedesse un confronto tra le diverse idee in circolazione nella città, incluse quelle dei consiglieri di opposizione.
Alla discussione delle linee-guida furono dedicata 6 sedute della Commissione Consiliare Territorio, e 4 sedute del Consiglio Comunale, nelle quali vennero discussi circa 80 emendamenti, di cui circa 50 furono accolti.
Quello appena descritto si chiama percorso condiviso.
Il metodo di questa amministrazione di centrodestra
La maggioranza ha impedito che si discutessero le linee-guida in maniera aperta, limitandosi a prevedere soltanto due passaggi in Commissione, ed una sola seduta del Consiglio Comunale, quella di ieri 17 Dicembre 2009.
I Consiglieri del PD hanno con forza richiesto che per lo meno il dibattimento fosse distribuito su due sedute di Consiglio, con votazione finale prevista per Lunedì 21 Dicembre 2009. Ciò avrebbe consentito di discutere alcuni emendamenti proposti dalla minoranza che intendevano essere migliorativi della proposta fatta dall’assessore Fracassi.
C’era molto da discutere: dall’accesso delle auto al centro storico, alla proposta di realizzare un mega-parcheggio sotterraneo in centro, alla gestione delle molte mini-aree verdi della città.
Qual è il motivo del rigido arroccamento della maggioranza?
Io credo che sia dovuto, come dice bene il mio collega Matteo Pezza, al fatto che il centrodestra non attribuisce alcun valore alla condivisione di alcuni importanti passaggi istituzionali con la minoranza. Anzi, sembra quasi preferire la soluzione di forza a tutti i costi. Tanto da fare pensare che l’attuale maggioranza abbia paura che condividere e confrontare serenamente idee e proposte con la minoranza le provochi una perdita di consenso e prestigio politico.
Il mio giudizio è che al centrodestra pavese manca una chiara e forte leadership, e soprattutto manca la capacità di intendere la politica come strumento per ottenere il bene di tutta la città, anziché quello dei politici attualmente in cabina di comando.
Rimane un dubbio. Ossia, che la maggioranza avesse così tanta fretta perché nella data di oggi verrà pronunciata la sentenza del TAR sul ricorso che riguarda il metodo con il quale il Sindaco Cattaneo ha attribuito l’incarico per la stesura del PGT all’Università di Pavia. Dal procedimento di gara erano stati esclusi tutti gli attori privati, e l’OICE (associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) ha presentato il ricorso in discussione oggi.
La debole prova di forza
Nel Consiglio Comunale di ieri, il PD ha nuovamente chiesto che la discussione venisse distribuita su due sedute, assicurando che la minoranza avrebbe contribuito a portare a termine l’approvazione delle linee-guida del PGT entro la seduta del 21 Dicembre.
La maggioranza ha risposto No.
Allora, noi consiglieri del PD abbiamo depositato le nostre proposte di emendamento al documento in discussione, per un totale di 897 emendamenti.
A mali estremi, estremi rimedi.
Il capogruppo del PDL Bruni ha chiesto 5 minuti di sospensione per riunire la maggioranza e decidere il da farsi. La sospensione è durata un’ora e mezza. Si sono sentite, tra le altre, le voci (alte) di Dante Labate, Luigi Greco, Cristina Niutta.
La maggioranza aveva di fronte tre alternative. 1) Accettare di discutere in modo ampio il documento in due serate, al che i consiglieri del PD avrebbero probabilmente ritirato molti degli emendamenti e discusso solo i più significativi. 2) Accettare la sfida a discutere e votare tutti gli 897 emendamenti. 3) Costringere l’assessore Fracassi a ritirare la delibera sulle linee-guida del PGT.
In 90 minuti, alla fine, hanno deciso per l’opzione 3.
Conseguenze
Risultano tutt’ora vigenti le linee-guida approvate nel 2008 dall’amministrazione Capitelli. Adesso, la maggioranza dovrà presentare e fare approvare entro il 30 Marzo 2010 il vero e finale documento del PGT, che dovrà adattarsi a queste linee-guida.
Questa maggioranza non è stata in grado di fare approvare un documento importante da un Consiglio Comunale in cui detiene una solida maggioranza numerica.
È chiara la debolezza politica di questa “prova di forza”, ed in particolare la debolezza della posizione dell’assessore all’urbanistica Fracassi, responsabile per il PGT.
Per il futuro, mi auguro che la maggioranza comprenda il grande valore politico e fattuale che ha la condivisione di scelte importati per la nostra città.

giovedì 3 dicembre 2009

cosedipoliticaPAVIA – “Le benemerenze lottizzate”


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Sottotitolo: il centrodestra pavese lottizza anche le benemerenze.
Nel Consiglio Comunale del 30 Novembre 2009 sono state decise le attribuzioni delle benemerenze di San Siro, che intendono “onorare adeguatamente l’attività di tutti coloro che, con opere nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale o filantropico, con particolare collaborazione alle attività della Pubblica Amministrazione, con atti di coraggio o di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato alla città di Pavia, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni”.
I numeri
Sono state assegnate ben 8 benemerenze. Non ne venivano assegnate così tante da 14 anni (1995, Sindaco Rodolfo Jannaccone Pazzi, 12 benemerenze). Il numero medio di benemerenze attribuite negli ultimi otto anni è compreso tra tre e quattro.
Come mai quest’anno c’è stata un’esagerazione nell’assegnazione delle benemerenze?
La mia risposta è che il Sindaco Cattaneo e la sua maggioranza hanno interpretato l’assegnazione delle benemerenze come un tributo all’appartenenza politica, e hanno di fatto paradossalmente valorizzato maggiormente i consiglieri comunali proponenti rispetto agli stessi benemeriti.
I fatti
Al riguardo, v invito a leggere l’articolo della Provincia Pavese, riportato in fondo a questa nota.
Qui di seguito, alcuni miei commenti.
Il metodo
Ciò che più mi ha sconcertato è stata la lottizzazione delle assegnazioni delle benemerenze all'interno della maggioranza. Delle otto onorificenze assegnate, ben sei sono state accuratamente spartite tra le principali anime della maggioranza. Sono infatti stati premiate le proposte di consiglieri comunali della Lega Nord, di Francesco Adenti, e di tre correnti del PDL: ex Alleanza Nazionale, Comunione e Liberazione, corrente Abelliana.
Fa tristezza constatare che prevalgono vecchi schemi anche quando si tratta di rendere omaggio a cittadini e istituzioni pavesi meritevoli.
E' stato questo il principale motivo della non partecipazione al voto finale da parte dei gruppi del PD e di Democrazia e Solidarietà.
Il merito
Nel merito, risulta incomprensibile l’assegnazione dell'onorificenza per la solidarietà al Banco Alimentare (proposta dal consigliere Guerini, PDL) a scapito al Dosso Verde (proposta dal consigliere Lazzari, PD), istituzione che si è distinta per la qualità, l’importanza e la costanza del servizio assistenziale offerto nell'ambito cittadino negli ultimi cinquant’anni. Tra il contributo dato alla città dalle due istituzioni c'è un abisso. E anche la longa manus di CL.
Mi fa invece piacere che si sia deciso di premiare il professore Paolo Magni della Facoltà di Ingegneria insieme al suo gruppo di giovani ricercatori (proposta del consigliere Vigna, IdV).
Rimane però il dubbio che i consiglieri comunali non siano i soggetti più indicati per selezionare persone o istituzioni meritevoli nell’ambito della ricerca scientifica cittadina, che si articola in molteplici discipline e vanta numerosi casi di eccellenza a livello europeo e mondiale.
Il futuro
A mio parere, se si vuole salvaguadare il significato e il prestigio delle benemerenze di San Siro, occorre cambiarne radicalmente il metodo di assegnazione.
Le assegnazioni del 2009 sono state così tanto politicamente orientate e così poco rispettose di tutto l'ampio spettro di soggetti meritevoli da richiedere un cambiamento.
Non occorre aumentare il numero delle onorificenze oppure identificare in maniera rigida gli ambiti e le categorie di premiazione.
La mia proposta è quella di sottrarre l'attribuzione delle onorificenze dagli interessi e dalle attenzioni dei partiti politici.
Occorre istituire un comitato a-politico costituito da persone appartenenti alle diverse categorie che caratterizzano il tessuto sociale, culturale, produttivo e amministrativo della città, che scelga in maniera indipendente e ragionata i soggetti a cui attribuire le onorificenze.
Credo che questo sia l’unico modo per restituire alle onorificenze di San Siro la credibilità e il prestigio che meritano.
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MERCOLEDÌ, 02 DICEMBRE 2009
Pagina 18 - cronaca
Benemerenze civiche, il Consiglio si spacca
L’opposizione lascia l’aula: «Strappo istituzionale, sono i San Siro del centrodestra»
di STEFANO ROMANO
PAVIA. Nervi tesi, l’opposizione che abbandona l’aula e non vota le benemerenze di San Siro, e alla fine del Consiglio comunale perfino qualche parola grossa che vola tra l’assessore Luigi Greco e il consigliere Pd Davide Lazzari. All’una di notte il sindaco ha nelle sue mani i nomi dei sansirini 2009.
Otto nomi, il numero più alto dal 1995 ad oggi, tutti espressione di indicazioni provenienti dall’area politica del centrodestra.
«Sono i sansirini della maggioranza - attacca il capogruppo del Pd Francesco Brendolise -. Sui nomi non ci sono naturalmente rilievi: il probema è politico. Siamo di fronte a una brutta lottizzazione di una benemerenza che dovrebbe rappresentare tutta la città. Per la prima volta a memoria di consigliere, le benemerenze vengono assegnate senza che tutto il consiglio le abbia votate».
Con l’opposizione fuori dall’aula per protesta (resta solo Vincenzo Vigna dell’Idv sul cui candidato c’è un accordo), la maggioranza dà il via libera agli otto benemeriti che il 9 dicembre riceveranno la benemerenza.
Riceverà il San Siro Piera Capitelli, ex sindaco proposta da Andrea Albergati che ottiene un riconoscimento in qualche modo istituzionale come tutti i suoi predecessori. Gabriele Roveda, storico presidente di quartiere proposto dal consiglere Pdl Niccolò Fraschini, riceverà la benemerenza alla memoria per la sua attività di fondatore e promotore dell’associazione Pavia-Chernobyl. Benemerenza alla memoria anche per Bruno Boerci, imprenditore e uomo di sport scomparso nel 2008, proposto dal vicesindaco Gian Marco Centinaio, che ha unito l’attività in favore del basket a quella di filantropo con donazini alle associazioni della città.
Nel campo dell’arte, la scelta è caduta sullo scultore Marco Lodola, proposto dal consigliere Pdl Armando Catarisano per aver portato il nome di Pavia nei più importanti appuntamenti artistici internazionali. Benemerenza di San Siro a cavallo tra la medicina e lo sport per Mario Ireneo Sturla, medico sportivo proposto da Francesco Irianni del Pdl. Per la scienza e la ricerca, il San Siro 2009 va a Paolo Magni (proposto dal consigliere Idv Vincenzo Vigna), premiato dal Mit di Boston per aver ideato un metodo per produrre carburante dal siero di latte.
Massimo Esposti, giornalista del “Sole 24 Ore”, è stato indicato su proposta del consigliere comunale Francesco Adenti di Pavia città per l’uomo per il suo lavoro, da pavese, nell’ambito dell’economia e della finanza.
San Siro per l’attività di volontariato, infine, per il Banco alimentare, realtà nata a Milano ma da anni attiva a Pavia, proposta dal consigliere Pdl Carlo Guerini.

martedì 24 novembre 2009

cosedipoliticaPAVIA - MIA INTERVISTA a "Il Mondo del Lunedì"

per i più coraggiosi: ecco una mia intervista pubblicata su "Il Mondo del Lunedì" del 23 Novembre 2009.

Argomento: politica regionale e locale, Partito Democratico.

Versione pdf scaricabile da qui.

Giuliani: adesso il Pd può recuperare consensi

Il congresso del Pd è stato vinto da Bersani. Che impressioni le suscita questo risultato?
Finalmente il PD ha un segretario vero che durerà in carica per quattro anni. Veltroni è stato un candidato premier innovativo e convincente, che ha modificato la scena politica dalla parte di entrambi gli schieramenti. Poi, Veltroni ha fallito completamente come segretario del PD. Non è riuscito ad organizzare rapidamente il partito, disperdendo l’enorme patrimonio di consenso ed affetto delle primarie del 2007.
Bersani è il vincitore di un confronto vero, che ha visto una discussione animata sulla linea politica e sull’organizzazione del partito. La mobilitazione di mezzo milione di iscritti e tre milioni di elettori significa che il progetto del PD è sentito e condiviso dalla gente. Bersani è una persona seria e credibile, che gode della stima di tutti i cittadini. Può fare del PD un riferimento permanente per l’elettorato di centrosinistra, e riportarlo al governo del Paese. Questa volta per rimanerci a lungo, governando bene con idee chiare.

Ora che fase si apre per il partito?
Il PD deve lavorare su due aspetti. Il primo e più importante è il consolidamento - termine che preferisco rispetto a “radicamento”, che dà l’idea di un partito immobile, fermo. Il PD ha un enorme potenziale di espansione, e può davvero coinvolgere la partecipazione di persone e ceti sociali molto diversi. I temi delle pari opportunità, dei diritti e del riconoscimento del merito toccano in egual misura gli operai ed i docenti universitari, gli immigrati e gli imprenditori.
Il secondo aspetto riguarda la definizione di proposte politiche chiare su temi fondamentali che toccano i cittadini da vicino, come ad esempio l’immigrazione, l’inizio e il fine vita. E la difesa rigorosa dei principi costituzionali e la lotta decisa alle politiche del centrodestra che sono fintamente nell’interesse dei cittadini, mentre in realtà proteggono una ristretta casta di privilegiati, a partire dal Presidente del Consiglio.

Cosa si augura per il prosieguo del PD?
Sono sicuro che il PD vedrà crescere di molto il proprio consenso tra i cittadini. Il governo di centrodestra sta sprecando tempo e risorse per salvaguardare gli interessi personali di Berlusconi, invece di occuparsi di risolvere gli enormi problemi provocati dalla crisi economica. I cittadini sono stufi di vedere politici che si occupano di questioni di scarsissimo interesse generale. E non sono più disposti a credere ai bluff del governo. Ad esempio, andrebbe spiegato ai cittadini perché oggi si cerca in gran fretta di approvare leggi che accorciano la durata dei processi, con l’unico scopo di sottrarre Berlusconi ai suoi giudici. E, si badi bene, senza fare arrivare rapidamente alla loro conclusione i processi che riguardano centinaia di migliaia di persone, bensì semplicemente interrompendoli e lasciando molte vittime senza giustizia o risarcimento. Questo succederà, ad esempio, a tutti i risparmiatori truffati del caso Parmalat.

La politica sta attraversando un momento molto difficile. Appare sempre più distante dal cittadino. Come si può tornare alla "vera politica"?
La vera politica richiede che spariscano i gravi casi di corruzione o di coinvolgimento nelle vicende giudiziarie. Ciò si può ottenere molto semplicemente attraverso comportamenti responsabili e la scelta di persone al di sopra di ogni sospetto.
A livello locale bisogna migliorare i servizi per i cittadini, offrendo qualità e competenza al posto di improvvisazione e trascuratezza. Ad esempio: com’è possibile che debbano essere le famiglie dei bambini che frequentano scuole materne ed elementari a fornire sapone, tovaglioli, bicchieri e carta igienica? Le scuole e il sistema dell’istruzione in generale, dagli asili nido alle università, ha bisogno di investimenti e maggiori risorse finanziarie per mantenere standard adeguati al livello europeo. Invece, trionfano il populismo e la politica degli annunci, e si stanziano miliardi di Euro per un inutile ponte sullo Stretto di Messina invece di dare una vera spinta al federalismo fiscale, altro provvedimento che rimarrà inattuato. Un esempio lampante in questo senso viene dal Comune di Pavia: la giunta mette in cantiere interventi sulla città che non è chiaro come verranno finanziati, dato che il patto di stabilità insieme al taglio dell’ICI hanno ridotto i bilanci degli enti locali.
Un altro esempio di poca chiarezza è la messa a gara dei servizi di erogazione dell’acqua in Provincia di Pavia – la cosiddetta privatizzazione. In nome di una maggiore efficienza, ancora tutta da dimostrare, si consente a un privato di trarre profitti da un bisogno fondamentale dei cittadini come l’acqua. A parità di servizio, tutto il profitto del gestore privato è di fatto un costo aggiuntivo per i cittadini. Il PD pavese sta cercando di interrompere questa procedura, ma il centrodestra procede spedito seguendo gli ordini di Formigoni.

Ora ci sarà un appuntamento molto importante per la nostra provincia. Le elezioni regionali. Che scenari si presentano al centrosinistra?
La Lombardia vive di contraddizioni. È una delle regioni europee con il reddito pro-capite più elevato, ma chi vive nelle città o nell’hinterland di Milano fa fatica a pagare l’affitto con uno stipendio da lavoro dipendente. I servizi sanitari di punta sono eccellenti, ma per prenotare una mammografia si viene rimandati all’anno 2011. I primari degli ospedali vengono selezionati in base all’appartenenza politica e non, sorprendentemente, scegliendo la persona più competente e in grado di salvare il maggior numero di vite umane. Infine, ricordiamo che un milione di pendolari tutte le mattine si mette in marcia verso il luogo di lavoro, affrontando disagi di ogni tipo, sia sulle strade che sui treni.
Questo è lo scenario dopo 15 anni di governo di Formigoni. Serve una brusca sterzata per rimettere in carreggiata una regione che rischia di diventare sempre meno vivibile. Il centrosinistra proverà a mettere in campo una soluzione di vera alternativa, avendo come unico obbiettivo il miglioramento dei servizi e delle condizioni di vita dei cittadini.
La Provincia di Pavia vive le stesse contraddizioni regionali, inasprite da un tessuto produttivo in declino. Ad oggi il benessere in Provincia è in gran parte garantito dai depositi bancari: ricchezze accumulate nel tempo e dalle generazioni precedenti che si vanno via via consumando.

Un impegno per il futuro da parte sua...
Mi impegnerò affinché il PD a livello locale costruisca proposte concrete e ne persegua l’attuazione, possibilmente ottenendo buoni risultati elettorali, per i quali sarà fondamentale presentare persone competenti e in grado di fare l’interesse dei cittadini anziché quelli dei politici.
In consiglio comunale, terrò alta l’attenzione sulla trasparenza della Giunta. Seguirò da vicino i settori cultura e turismo attraverso il lavoro della commissione consiliare e, in particolare, lo sviluppo del Polo tecnologico. Questo è un tema di grande importanza strategica per Pavia, ed è giusto e opportuno che maggioranza ed opposizione lavorino insieme per massimizzare il risultato per la nostra città.

cosedipoliticaPAVIA - NUOVE TANGENZIALI a PAVIA: DOVE E QUANDO?

Nei giorni scorsi, gli assessori comunali di Pavia Luigi Greco (Pdl) e Fabrizio Fracassi (Lega) hanno proposto di allargare il tratto della tangenziale Est di Pavia, realizzando la seconda corsia.

Ha replicato il Sindaco di Cava Manara, Claudia Montagna (PD), segnalando che la necessità più impellente è il miglioramento della viabilità tra il terminale Sud della Tangenziale Ovest di Pavia (S. Martino Siccomario) e il ponte sul Po della strada statale n° 35.

Nel mio piccolo ho lanciato un mini-sondaggio su Facebook (link) che illustra come il problema della viabilità nella zona Cava Manara - Tre Re sembri essere molto più sentito dai cittadini.

Vi riporto gli articoli della Provincia Pavese con le dichiarazioni di Greco Fracassi e Montagna.

Dite la vostra !

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SABATO, 21 NOVEMBRE 2009

Pagina 15 - cronaca

L’assessore Fracassi: «La strada di gronda alla Snia e il quarto ponte possono aspettare»

«Tangenziale, subito il raddoppio» La giunta forza i tempi del progetto

PAVIA. «La priorità è raddoppiare la tangenziale: può aspettare il quarto ponte sul Ticino verso Travacò, può aspettare la strada di gronda che deve by-passare l’area Snia dove gli insediamenti previsti sono di là da venire»: lo dice l’assessore all’urbanistica Fabrizio Fracassi, lo pensa tutta la giunta.
«E’ un’impostazione condivisa e già approvata», conferma Fracassi.
«Completare in tempi umani il raddoppio è un sogno che di certo non nascondo», aggiunge il sindaco Alessandro Catteneo.
Tra i sogni è la realtà, tuttavia, gli ostacoli non sono pochi. I tempi, prima di tutto. Per arrivare al completamento della tangenziale da San Martino fino al Bivio Vela ci sono voluti trent’anni: quanti ce ne vorranno per raddoppiare i tratti a corsia unica dall’incrocio con la statale dei Giovi in poi?
«Non partiamo dalle note dolenti - sorride Fracassi - partiamo da quello che si può fare. Abbiamo già avviato i contatti con la Provincia per verificare se il progetto originario prevedeva il raddoppio: ai tempi dell’approvazione, allora sui banchi dell’opposizione, avevamo criticato la decisione di realizzare una tangenziale monca dove basta un solo camion per rallentare il traffico e provocare code e ingorghi. Ci avevano assicurato che il via libera alla corsia unica era la strada più rapida per avere, altrettanto rapidamente, il raddoppio. Ora si deve partire visto che tutti, ogni giorno, possono toccare con mano come, soprattutto nel tratto verso il Bivio Vela, la tangenziale sia normalmente intasata».
«Nemmeno sulla tangenziale di Milano si vedono più gli intasamenti che è costretto a sopportare chi deve viaggiare sulla tangenziale di Pavia», rincara la dose l’assessore ai lavori pubblici Luigi Greco.
L’altro problema di fondo sono i soldi: quanti ne servono e dove trovarli?
«Quanti ne servono lo capiremo nei prossimi giorni ragionando con la Provincia - risponde Fracassi -. Per il resto è questione di priorità: per realizzare la strada di gronda sotto l’area Snia si era ipotizzata una spesa di circa 6 milioni e mezzo, ma il polo che la strada di gronda dovrebbe servire è ancora di là da venire; per il quarto ponte sul Ticino verso Travacò la cifra potrebbe anche essere doppia e mi pare chiaro che l’opposizione di Travacò al progetto rallenterà enormemente qualsiasi eventuale proposta o progetto. Partiamo da queste due ipotesi, allora: se in materia di viabilità e fluidificazione del traffico attorno al centro Pavia mette in testa alla lista delle priorità il raddoppio della tangenziale, tutto il resto può aspettare».


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DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009

Pagina 19 - cronaca

Tangenziale, Cava si oppone al raddoppio

Il sindaco Montagna contesta Pavia: «Non è il problema prioritario»

CAVA MANARA. Il Comune di Cava contesta la giunta di Pavia, per la quale il raddoppio della tangenziale è assolutamente prioritaria: «Il primo problema è il collegamento tra ponte sul Po e tangenziale», dice il sindaco Claudia Montagna.
Il sindaco di Cava spiega la sua posizione: «E’ legittimo che la giunta di Pavia avanzi proposte di raddoppio della tangenziale ritenendole prioritarie su ogni altro intervento sulla viabilità locale.
A noi pare però che il primo problema da risolvere sia il collegamento tra ponte sul Po e tangenziale di Pavia, cioè la variante alla ex statale 35, che potrebbe intercettare il traffico proveniente dalla Lomellina, come già deciso da un protocollo di intesa firmato nel luglio del 2005 anche dall’amministrazione provinciale e comune di Pavia». Il sindaco di Cava parla della Broni-Mortara: «Il progetto della variante è collegato al progetto della prevista autostrada Broni-Mortara su quale però alcuni Comuni tra cui il nostro hanno espresso pesanti riserve», aggiunge il sindaco. Gian Carlo Mazza, assessore comunale a Cava e consigliere provinciale, ha presentato in Provincia la proposta di legare i finanziamenti della variante della ex statale 35 alla programmazione delle infrastrutture viabilistiche per l’Expo 2015. Chiude Montagna: «Il problema della viabilità non può essere valutato da un solo ente seppur importante ma deve vedere la partecipazione di tutti gli enti locali interessati e della Provincia».

martedì 3 novembre 2009

Università, la vera sfida che coinvolge Pavia


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Un mio intervento pubblicato il 3 Novembre 2009 nella rubrica delle lettere su "La Provincia Pavese"

RICERCA E FUTURO
Università, la vera sfida
che coinvolge Pavia

L’Università di Pavia vive un momento difficile, sia per i tagli di spesa del ministro Gelmini sia per alcuni aspetti strutturali. L’avvio del secondo mandato del rettore Angiolino Stella sarebbe dunque l’occasione per avviare una gestione rinnovata nei contenuti e nelle persone.
La squadra scelta dal rettore Stella per il governo dell’ateneo dei prossimi quattro anni è tuttavia identica a quella dell’ultimo quadriennio. Ovvero: è sì composta da professori di grande esperienza e rispettati nel loro ruolo accademico, ma delude le aspettative di veder coinvolte in ruoli di prima responsabilità nei settori-chiave della ricerca, del trasferimento tecnologico e della valutazione, le migliori e numerose risorse giovani - cioè under-50 - che il nostro Ateneo annovera. D’altra parte, è sicuramente benvenuta l’istituzione dei gruppi di lavoro su ricerca e qualità: peccato che arrivi con quattro anni di ritardo.
Il rettore e la sua squadra affronteranno una situazione difficile, e speriamo vogliano mettere in campo scelte coraggiose. I dati ufficiali fotografano una lieve crescita del numero di studenti, accanto a un corpo docente anziano che nel 2010 farà superare il tetto del 90% della spesa per stipendi sul totale dei finanziamenti statali. Ciò significa che l’ateneo pavese non potrà più accedere ai fondi aggiuntivi e, di conseguenza, neppure permettere avanzamenti di carriera ai giovani meritevoli.
Il confronto con gli atenei italiani ci vede primeggiare nella classifica Censis-Repubblica, ma posizionarci mediocremente nella graduatoria dello scorso luglio del Ministero, valida ai fini dell’attribuzione di importanti finanziamenti aggiuntivi. D’altronde, sebbene offriamo insegnamenti di buon livello, titoli di laurea apprezzati nel mondo del lavoro e un’elevata qualità della vita studentesca in città, paghiamo una certa debolezza nella produttività scientifica media dei docenti e nella capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, in particolare dall’Unione Europea.
Il progetto pavese della Research University, ossia dell’Università eccellente nella ricerca, rischia insomma di non raggiungere il successo sperato. Abbiamo numerose aree che producono conoscenza e ricerca di livello mondiale e attirano capitali e intelligenze, ma ciò non basta se manca il coraggio di supportare con convinzione quelle più produttive e meritevoli.
Credo comunque che il futuro della ricerca scientifica a Pavia dipenda anche da scelte dell’amministrazione comunale come quella relativa al progetto del Polo tecnologico, che rimane decisivo per la nascita di nuove attività di impresa nei settori high-tech e per consolidare il tessuto produttivo. Se quindi da un lato l’Università deve dotarsi di referenti credibili anche verso il mondo industriale, capaci di attuare un vero trasferimento di conoscenze verso le imprese, dall’altro la politica non tema d’investire nel settore della conoscenza, che tanto ha dato a Pavia. Il sindaco Cattaneo sappia che, qualora vengano individuati percorsi condivisi per l’interesse collettivo della nostra città, le forze di opposizione in consiglio comunale non faranno mancare il loro apporto.
Guido Giuliani ricercatore Dipartimento di Elettronica Università di Pavia consigliere comunale, Pd

martedì 13 ottobre 2009

cosedipoliticaPD – “Paola Binetti manca di rispetto ai suoi colleghi Parlamentari ed agli elettori del PD. Si dimetta”

Dopo avere assistito all’affossamento della legge contro l’omofobia, nella grande tristezza di questo momento, dopo aver valutato che è comunque valsa la pena di profondere tutte queste energie (grazie in particolare a Paola Concia), chiedo ai Deputati del PD di esprimersi nel merito sul comportamento di una loro compagna di Gruppo che ha votato con la maggioranza di destra.
Il caso-Binetti è ormai troppo grosso perché i primi a cercare di risolverlo non siano i suoi colleghi Parlamentari. Consigliatele di aderire al Gruppo Misto o a quello dell'UDC. Non può più stare con voi.
Anche se la cosa migliore sarebbe che si dimettesse dall’incarico di Deputato della Repubblica.
Non ne faccio un tema di battaglia congressuale (anche perché Binetti ha detto chiaramente che NON sostiene Franceschini, quindi mi pare di capire che non si riconosce in alcuno dei candidati alla Segreteria). E' ormai una questione di metodo, regole, eticità, rispetto.
Quest'ultimo gravissimo episodio non va de-rubricato al livello di un dettaglio o un incidente di percorso. La nostra gente ci chiede chiarezza, e chiede il rispetto del simbolo del PD.

cosedipoliticaPAVIA – “il Piano-casa è un provvedimento inutile se va bene, dannoso se va male”


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Ieri sera nel Consiglio Comunale di Pavia si è discussa la delibera presentata dall’Assessore all’Urbanistica Fabrizio Fracassi (Lega Nord) relativa al cosiddetto Piano-Casa.
Cos’è il Piano-Casa – È una Legge dello Stato che, recepita dalle Regioni, prevede che si possa ampliare la volumetria di immobili esistenti sino al 20%, e fino al 30% nel caso di immobili fatiscenti che vengono abbattuti e ricostruiti (questa è la versione approvata dalla Regione Lombardia, L.R. 16 Luglio 2009, n° 13). La Legge Regionale impone ai Comuni di dichiarare entro il 15 Ottobre 2009 quali parti del proprio territorio intendono escludere dall’applicazione.
La delibera del Consiglio Comunale di Pavia – Pone dei limiti sensati all’applicazione della Legge, escludendo le zone del centro storico, il Parco del Ticino, ecc.
Cosa penso del Piano-Casa – È un provvedimento-tampone, ad impatto del tutto trascurabile sull’economia di medio periodo, che travisa ancora una volta gli ambiti della gestione del territorio Italiano.
1. Le politiche abitative e del territorio dovrebbero avere un carattere strutturale e un respiro di lungo periodo, come insegna l’inziativa del Governo conservatore Francese (la Grenelle de l’Envirennement) che programma e coniuga interventi edilizi con ecologia, sviluppo sostenibile, investimenti per l’energia pulita. Invece, in Italia, il piano-casa nasce come misura di sostegno immediato alla crescita del PIL, rivelando che il Governo intravede nel settore edilizio una via di uscita dalla crisi economica, e non uno strumento per pianificare lo sviluppo del territorio.
2. In concreto, quale sarà l’impatto del Piano-casa sullo sviluppo dell’economia nazionale? Si prevede che il contributo all’aumento del PIL del prossimo anno sia del 1.4% (fonte: Lavoce.info). Tutto bene quindi? NO. Perché nel medio periodo, i benefici economici immediati verranno annullati dall’inevitabile calo dei consumi causato della ridotta ricchezza delle famiglie che hanno effettuato l’intervento di ampliamento della propria abitazione. Quindi, alla fine, otterremo pochi o nulli vantaggi economici, e correremo il rischio di avere città e paesi più brutti.
3. Il Piano-casa stimola l’espansione temporanea del settore edilizio, che in Italia ha una lunga tradizione di evasione fiscale, lavoro nero, infortuni sul lavoro, le cui vittime sono spesso lavoratori stranieri senza alcuna garanzia. Mi preoccupa molto che si incentivi un settore che vive in uno stato di semi-legalità, senza congiuntamente destinare risorse e rafforzare misure volte a combattere l’evasione fiscale e a promuovere la sicurezza sul lavoro.

venerdì 2 ottobre 2009

cosediPD – “Parlamentari assenti? Non ri-eleggiamoli!”

Leggendo i nomi degli assenti tra i banchi del PD alla Camera il 30 Settembre 2009 in occasione della discussione e votazione relative allo scudo fiscale, si osserva che vi sono molti "Big" della politica. Si viene allora colti dal dubbio (o dalla certezza) che alcuni dei nostri rappresentanti interpretino il ruolo di Parlamentare come una sorta di vitalizio che consente loro di svolgere l’attività politica che preferiscono (conferenze, seminari, dibattiti, incontri con la gente).
Se persone come D’Alema o Livia Turco o Rutelli o Realacci pensano di fare i Parlamentari per diritto divino, si sbagliano. Lo fanno per andare in Parlamento e votare compatti secondo le linee che il Partito Democratico indica. Se poi rimane tempo per fare altro, bene. Ma assentarsi dalle votazioni sui provvedimanti-chiave è da farabutti.
Se si vuole intepretare un altro tipo di carriera politica (in giro tra la gente, o nei palazzi delle Fondazioni), semplicemente non ci si fa eleggere in Parlamento. Si dice “no, grazie”. Il mio invito è di tenerne conto allorché si compileranno le liste elettorali nel 2013.
Per confronto, io faccio l’umile Consigliere Comunale di opposizione a Pavia, e cerco in tutti i modi di essere presente in Consiglio, anche se la maggioranza compatta ci batte sempre nelle votazioni. Lo devo ai miei elettori, al mio partito, ai miei colleghi Consiglieri. Tra l’altro, continuo a fare il mio lavoro di docente universitario (che lascerei se fossi eletto in Parlamento), che a volte mi porta lontano dall’Italia. Però cerco sempre di rientrare in tempo per svolgere il mio dovere politico. Ecco, vedere che quella cinquantina di Parlamentari del mio partito intende il dovere in modo così diverso da me mi ha fatto male.

lunedì 7 settembre 2009

cosediPD – “NO al confronto tra le idee – Berlusconi docet, n°1”


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Avviso ai naviganti: d’ora in avanti differenzierò le mie note classificandole per argomenti. Così saprete già dal titolo se vi conviene saltarle a piè pari. Oggi parlo di Partito Democratico e del suo Congresso. Altri temi saranno la politica locale (cosedipoliticaPV), commentata dall’alto (?) del mio scranno in Consiglio Comunale, e la ricerca scientifica (cosediScienza).
Congresso PD, dunque.
La cosa più importante, in politica, è la coerenza di idee e comportamenti, per lo meno sul medio-breve periodo. Cioè: se dico una cosa a Marzo 2008, sarebbe opportuno essere ancora d’accordo e coerente nel merito di quella cosa, a Settembre 2009. Per Settembre 2013 magari no, ma non ci sta cambiare radicalmente idea e visione in un annetto e mezzo.
I candidati alla segreteria del PD stanno propagandando la propria figura e le proprie idee in diversi modi. Uno di loro, Ignazio Marino, ha proposto che si faccia una cosa del tutto normale nei casi in cui molte persone siano invitate a scegliere tra alternative: un confronto pubblico comune fra i tre candidati, organizzato con regole chiare già utilizzate con successo in una serie di realtà minori (tipo: le elezioni primarie del Partito Democratico negli Stati Uniti).
Alla proposta di Marino di organizzare un confronto tra idee e candidati, queste sono state le risposte:
Bersani: nessuna risposta
Franceschini: la data e lo spazio per il confronto ci sono già: il giorno 11 Ottobre a Roma (quella è la data del Congresso del PD; Franceschini propone dunque di non fare il confronto, se non nel momento culminante del Congresso, NDR).
I miei commenti:
0. Premessa. Un confronto tra i candidati in QUESTO momento è essenziale, per consentire al mezzo milione (e più) di iscritti al PD di chiarirsi le idee su quale sia il candidato migliore. Le mozioni scritte (cioè i programmi), sono importanti. Ma nulla oggi ha la forza e l’immediatezza di un confronto in televisione. Che è il mezzo che il segretario vincente dovrà utilizzare negli anni a venire per sostenere le politiche del PD. E allora, perché affidarsi solo al vetusto concetto di “mozione” cartacea?
1. La strategia dei due leader favoriti per la conquista della segreteria del PD è chiara: ritenendo che il loro consenso sia al momento di parecchio superiore a quello di Marino, evitano accuratamente di confrontarsi con lui, per non offrire spazio mediatico alle sue idee, in virtù del principio per cui “chi è in vantaggio ha tutto da perdere”. Peccato che questo sia stato l’atteggiamento (vincente) tenuto dal Berlusconi candidato Presidente del Consiglio nel 2001 (contro Rutelli) e nel 2008 (contro Veltroni). Non mi scomodo a ricercare le dichiarazioni dell’epoca di Franceschini e Bersani: basta un po’ di buon senso per valutare le posizioni dei due “big” come indifendibili.
2. Bersani e Franceschini evitano anche il confronto tra loro medesimi. Spiace rendersi conto del fatto che entrambi hanno timore del confronto, e tuttavia grande fiducia nell’altro grande e forte meccanismo per la raccolta del consenso in vista del congresso: le tessere. Evidentemente, le relazioni dei seguaci fedeli dai territori sono positive, ed entrambi pensano di avere disposizione un bottino consistente. Di nuovo, c’è poco di nuovo.
3. Bersani e Franceschini ritengono probabilmente Marino un candidato minore. Così minore che non merita l’onore di un confronto, o, nel caso di Bersani, non merita risposta la sua richiesta di un confronto. Consiglio a Bersani di chiedere ai suoi alleati Bindi e Letta cosa hanno provato quando Veltroni li accusò di essersi candidati alle primarie 2007 per cercare visibilità personale. Ma poi, un confrontino glielo fece fare.
Conclusione: molte cose non mi piacciono della politica italiana. La cosa che odio di più è la mancanza di coerenza politica riguardo ai princìpi di garanzia e cittadinanza delle idee.
Avere paura delle idee degli altri. Non mi pare un bell’esempio per leader politici di centrosinistra, in questi giorni.

giovedì 25 giugno 2009

Giovane Sindaco + vecchissimi metodi = politica nuova?


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Al giovane Sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo vanno i miei migliori auguri di buon lavoro. Credo che ne avrà un gran bisogno, perché la sua esperienza da Sindaco ha avuto un inizio assai travagliato.
Il centrodestra pavese è forte della nettissima vittoria alle elezioni del 6-7 giugno, ottenuta puntanto poco sui contenuti politici ed amministrativi, e molto sull’idealismo e le promesse di rinnovamento. Lo slogan “Cambiare!” sottointendeva una sorta di investitura naturale, quasi divina, che il centrodestra pavese ha pensato di utilizzare per raccogliere il consenso dei cittadini delusi dalla precedente amministrazione, ed affascinati dall’idea di poter cambiare, davvero, alcuni metodi della vecchia politica.
Mai fiducia fu così mal riposta. A partire dal giorno successivo alle elezioni, le forze politiche del centrodestra pavese hanno fatto ciò che di peggio la politica italiana sa offrire: litigare per la spartizione delle posizioni di amministrazione che il voto dei cittadini ha messo loro in mano.
La tensione tra i partner si è palesata pubblicamente Martedì 23 giugno, allorché uno degli Assessori designati (in quota ex-AN) non ha ritirato le deleghe assessorili offerte dal Sindaco. Bene ha fatto Cattaneo a procedere con la nomina degli altri 9 assessori, ma era chiaro il suo imbarazzo, nella dichiarazioni in video, nel commentare una situazione e dei comportamenti che non appartengono certo a una politica rinnovata che abbia a cuore in primis l’interesse dei cittadini.
A me, personalmente, ha molto deluso il metodo utilizzato per la scelta degli Assessori. Si è trattato, di nuovo, dell’applicazione del vecchio metodo per cui si nominano Assessori coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti di preferenza individuale. Il voto di preferenza attribuito dai cittadini ai candidati Consiglieri Comunali serve a sancire la rappresentatività di fronte ai cittadini. Ma raccogliere enormi quantità di voti di preferenza non significa affatto che si sia poi bravi ed efficienti nell’amministrare la cosa pubblica.
Il centrodestra ha anche mostrato una totale chiusura al ricco e vivace mondo di competenze che la città di Pavia può offrire, al di fuori della cerchia dei gruppi organizzati della politica locale.
Mi sembra un esordio molto, molto autoreferenziale. E “autoreferenziale” era uno degli aggettivi coi quali il centrodestra etichettava l’amministrazione del Sindaco uscente Capitelli.
Fa sorridere pensare alle telefonate (non smentite) che il Ministro La Russa ha fatto ai politici pavesi per sostenere la nobile causa dell’attribuzione di due Assessori alla componente ex-AN del PDL. Sono curioso di chiedere a Cattaneo cosa ha pensato quando ha sentito il vocione del Ministro tuonare nel suo telefono…
Comunque, questi Assessori (e quello mancante, da definirsi nel prossimo futuro) sono gli amministratori della mia e nostra città, e rivolgo a tutti loro un invito a operare uniti per il bene di Pavia, e un augurio di buon lavoro.
Io li osserverò dal mio banco di opposizione in Consiglio Comunale. In nome di tutti i cittadini che hanno diritto ad essere amministrati con saggezza, onestà e trasparenza.

giovedì 11 giugno 2009

Enrico Berlinguer


[post Facebook]

Ricordo che quando morì Enrico Berlinguer, alla sera, andai in piazzale Ghinaglia con mio papà: c'era tanta gente con le bandiere rosse, molta tristezza, e la certezza che se ne era andato un uomo importante e irripetibile.

giovedì 21 maggio 2009

Il futuro di Pavia: Tecnologia o Salame ?

Andrea Albergati e il Partito Democratico credono che il futuro di Pavia debba basarsi su un nuovo distretto industriale produttivo e della ricerca scientifica nei settori delle biotecnologie, dell’elettronica, dell’informatica e, più in generale, di attività con forte contenuto innovativo di idee, prodotti, tecnologie.
Viceversa, il programma di Cattaneo e le dichiarazioni di alcuni esponenti del Centrodestra fanno presagire un futuro basato sul Salame e poco altro.
Vediamo come si giustificano le affermazioni riportate qui sopra, e perché sia lecito nutrire dubbi sulle capacità amministrative della compagine di Cattaneo, e qualche legittima paura riguardo al futuro della nostra città se dovesse cadere nelle mani del Centrodestra.


Il programma di Albergati: Pavia città della conoscenza e delle nuove tecnologie
Andrea Albergati dimostra la serietà della sua proposta per l’amministrazione di Pavia sin dal primo punto del programma, in cui si delinea in modo chiaro che la nostra città deve puntare su un nuovo e forte sviluppo delle attività produttive, industriali e della ricerca scientifica, sfruttando le competenze e le strutture di grande qualità esistenti sul territorio.
L’idea di fondo è che l’Università, lo IUSS, lo CNAO, i diversi Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) costituiscono un asset di competenze, conoscenze e attrezzature di livello tale da potere attrarre sul territorio comunale imprese già affermate e farne nascere di nuove. Le imprese per le quali il sistema-Pavia può essere di forte attrazione sono quelle orientate all’innovazione ed al settore hi-tech, cioè l’elettronica, l’informatica, le biotecnologie, le energie pulite o rinnovabili.
Si vuole fare di Pavia un importante distretto delle tecnologie, che crei nuovi posti di lavoro sia direttamente sia nell’indotto, e rilanci il settore delle attività produttive della nostra città, facendone un punto di riferimento non solo per la Lombardia e il Nord Italia, ma per l’ambito Europeo.
Il Partito Democratico nazionale ha da sempre posto l’accento sull’importanza della cultura della conoscenza e dello sviluppo scientifico-tecnologico per la crescita reale delle imprese italiane. Il PD pavese, forte del rinnovamento della classe dirigente avviato con la creazione del nuovo partito, annovera competenze e sensibilità adeguate a progettare e guidare il futuro sviluppo di Pavia come città in cui l’innovazione di impresa torni ad essere di casa.


L’idea del Centrodestra: puntiamo sul Salame
Nel programma di Cattaneo l’aspetto dello sviluppo delle nuove tecnologie è assente. Viene affrontata assai vagamente la questione (non potendo del tutto ignorare questo tema fondamentale), probabilmente prendendo spunto dal ben più articolato programma di Albergati (che è stato reso pubblico qualche giorno prima). Citiamo testualmente: “[occorre] offrire alle aziende la possibilità di una vera collaborazione con l’Università in una struttura che valorizzi le ricerche universitarie. Una cittadella della scienza, o polo tecnologico, che sia di stimolo a investire sul territorio pavese da parte delle industrie perchè trovano personale in grado di fare ricerca e svolgere attività in outsourcing”.
Compitino svolto con il minimo sforzo. Voto 5.
Perché il Centrodestra relega lo sviluppo industriale di Pavia a poche e indefinite righe di programma ?
A mio avviso, due sono i principali motivi.
1. Nei partiti di centrodestra, a livello locale come a livello nazionale, i temi attinenti lo sviluppo e la valorizzazione delle conoscenze vengono gravemente sottovalutati, perché manca la visione globale del percorso di creazione della ricchezza (economica e sociale) che parte dal basso (le idee innovative che vanno sviluppate e sostenute). Prevale invece la classica visione conservatrice per cui la nuova ricchezza deve essere prodotta dagli attori che già detengono la ricchezza, ossia le imprese affermate dei settori tradizionali, il sistema immobiliare, dell’edilizia e del commercio.
2. La classe dirigente del centrodestra pavese risponde, al pari della classe dirigente nazionale, ad interessi particolari di pochi grandi imprenditori ed attori locali.
L’esplicita negazione dell’unica idea sensata di sviluppo per Pavia ci viene dalle parole di Gianmarco Centinaio, giovane consigliere uscente e influente uomo della Lega Nord, che così ha dichiarato meno di due mesi fa, all’avvio della campagna elettorale (Il Mondo del Lunedì, 23 Marzo 2009): “Ormai solo il centrosinistra crede ancora in una città dove possano tornare le grandi industrie. Pavia deve avere due vocazioni: turistica, per i capolavori che ha, e alimentare. Serve un grande distretto alimentare: riso, vino, salumi. Solo così potremo creare sviluppo e posti di lavoro”.
Nulla da obiettare sul turismo. Ma sullo sviluppo produttivo il giovane Centinaio ha le idee piuttosto confuse, poiché il piano che propone potrebbe funzionare per la Provincia di Pavia, ma non è assolutamente adatto per la sua città capoluogo, che ormai da anni ha investito (con successo) nel consolidamento delle Istituzioni e delle strutture che producono ricerca e nuove conoscenze, e che le consentono ora di essere protagonista dell’uscita dalla crisi puntando sulle nuove tecnologie.


Conclusione
Speriamo che Pavia città delle nuove tecnologie abbia la meglio su Pavia città del Salame.
E che i futuri laureati pavesi possano trovare in città un lavoro adeguato alla loro preparazione professionale, e possano godere di gite fuori porta nello splendido territorio provinciale gustando i prelibati prodotti della terra dell’Oltrepò, della Lomellina e della Bassa Pavese.

venerdì 15 maggio 2009

Perché

In queste righe provo a spiegare il perché del mio impegno politico e i motivi per cui chiedo il vostro voto.

Il nostro paese
Voglio bene all’Italia e mi piace la capacità e la voglia degli italiani di rendersi protagonisti della propria vita. Voglio vivere in un paese che offra a tutti i suoi cittadini le stesse opportunità, per realizzare e arricchire la propria persona, per costruire una famiglia, confrontarsi con i cittadini dell’Europa e del mondo.
Odio quella parte non trascurabile del sistema-Italia che si regge e procede grazie alle relazioni, alle conoscenze ed alle parentele. Perché blocca il nostro paese impedendogli di crescere e migliorarsi, e nega a molti italiani il diritto di vivere in un sistema di regole chiare, giuste, e soprattutto rispettate. Da tutti.

Perché la politica ?
Penso che la politica sia il più importante strumento per garantire uguali diritti a tutti i cittadini, e per rendere un paese un luogo bello (o migliore) in cui vivere con soddisfazione, pur nei limiti imposti dal sistema economico e dalle specifiche condizioni naturali di partenza.
Occorre che la politica sia efficace, trasparente e orientata all’interesse collettivo. Senza una buona politica l’uguaglianza delle opportunità svanisce, e si afferma quella parte dell’Italia degli intrallazzi e del malaffare che non mi piace.

Perché il Partito Democratico ?
Il PD è il primo partito a cui mi sia iscritto. Il progetto originario del PD mi ha affascinato e ha stimolato la mia voglia di partecipare alla vita collettiva del paese, offrendo il mio contributo di idee e di azione. Il progetto mi piace perché si fonda sui princìpi di uguaglianza, pari opportunità, laicità e buon governo che ritengo impresicndibili.
Il modo in cui il PD si è poi sviluppato non mi ha entusiasmato. Ma credo che spendere le proprie energie e le proprie idee per migliorare un sistema sia una risposta più giusta e utile rispetto al disinteresse o alla osservazione passiva di ciò che accade.
A Pavia il PD cittadino si è aperto alla partecipazione di tante persone che non si erano prima occupate di politica, dando vita a una giusta miscela tra l’esperienza e le nuove idee e visioni della politica.

Perché candidarmi per il Consiglio Comuale ?
Insieme a persone ed amici che la pensano come me, nell’ultimo anno ho dato il mio contributo al PD cittadino. Ho iniziato ad apprendere le regole scritte e non scritte della politica, ed ho provato a cambiare quelle che non mi piacciono e che ritengo dannose per l’interesse comune.
Il PD a Pavia ha profuso un grande impegno per offrire una proposta politica per l’aministrazione della città di alta qualità, che tiene nella massima considerazione l’interesse collettivo. Questo percorso è iniziato con lo svolgimento delle elezioni primarie per la scelta del candidato Sindaco, ed è proseguito con la stesura partecipata e condivisa del programma di Andrea Albergati.
In questo contesto mi trovo a mio agio, e per questo ho deciso di investire tempo e energie per candidarmi per il Consiglio Comunale alle elezioni del 6-7 Giugno.
Voglio spendere il mio contributo fattivo nel luogo istituzionale deputato a prendere le decisioni per la nostra città. L’impegno politico deve comportare assunzione di responsabilità, e candidarsi in prima persona per un’assemblea elettiva è il modo per tradurre in pratica idee e princìpi.

Perché votarmi ?
Metto a disposizione la mia onestà e la mia idea di una politica che operi unicamente per l’interesse della collettività.
Cercherò di rendere trasparente il processo decisionale della politica cittadina, sia che mi trovi in maggioranza, sia all’opposizione.
Ma buone intenzioni e rettitudine non bastano. Offro le mie competenze e il mio impegno perché nel futuro di Pavia ci sia un reale sviluppo economico basato sulla nascita di un distretto produttivo a basso impatto ambientale nel settore scientifico-tecnologico, in grado di creare nuovi posti di lavoro.
Le priorità della mia azione per Pavia includono anche una vivibilità semplice e un buon rapporto con il tessuto urbano per tutti i cittadini.
E soprattutto, intendo impedire che si prendano decisioni nell’interesse di pochi e che si sprechino risorse pubbliche, in particolare il denaro, e il tempo degli amministratori e dei dipendenti del Comune, che deve essere reso più produttivo.

lunedì 11 maggio 2009

Si parte !

Inizia l'avventura delle Elezioni Amminstrative per la città di Pavia.
Io ho deciso di candidarmi nella lista del Partito Democratico per un posto nel Consiglio Comunale.
Io e il PD sosteniamo la candidatura di Andrea Albergati, perché crediamo nel suo programma e riteniamo che sia la persona giusta per guidare la nostra città.

A breve cercherò di spiegare perché ho deciso di candidarmi, e perché ritengo di poter dare un contributo utile e costruttivo allo sviluppo del nostro paese. Cominciando dalla nostra città.