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Ieri sera nel Consiglio Comunale di Pavia si è discussa la delibera presentata dall’Assessore all’Urbanistica Fabrizio Fracassi (Lega Nord) relativa al cosiddetto Piano-Casa.
Cos’è il Piano-Casa – È una Legge dello Stato che, recepita dalle Regioni, prevede che si possa ampliare la volumetria di immobili esistenti sino al 20%, e fino al 30% nel caso di immobili fatiscenti che vengono abbattuti e ricostruiti (questa è la versione approvata dalla Regione Lombardia, L.R. 16 Luglio 2009, n° 13). La Legge Regionale impone ai Comuni di dichiarare entro il 15 Ottobre 2009 quali parti del proprio territorio intendono escludere dall’applicazione.
La delibera del Consiglio Comunale di Pavia – Pone dei limiti sensati all’applicazione della Legge, escludendo le zone del centro storico, il Parco del Ticino, ecc.
Cosa penso del Piano-Casa – È un provvedimento-tampone, ad impatto del tutto trascurabile sull’economia di medio periodo, che travisa ancora una volta gli ambiti della gestione del territorio Italiano.
1. Le politiche abitative e del territorio dovrebbero avere un carattere strutturale e un respiro di lungo periodo, come insegna l’inziativa del Governo conservatore Francese (la Grenelle de l’Envirennement) che programma e coniuga interventi edilizi con ecologia, sviluppo sostenibile, investimenti per l’energia pulita. Invece, in Italia, il piano-casa nasce come misura di sostegno immediato alla crescita del PIL, rivelando che il Governo intravede nel settore edilizio una via di uscita dalla crisi economica, e non uno strumento per pianificare lo sviluppo del territorio.
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