martedì 3 novembre 2009

Università, la vera sfida che coinvolge Pavia


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Un mio intervento pubblicato il 3 Novembre 2009 nella rubrica delle lettere su "La Provincia Pavese"

RICERCA E FUTURO
Università, la vera sfida
che coinvolge Pavia

L’Università di Pavia vive un momento difficile, sia per i tagli di spesa del ministro Gelmini sia per alcuni aspetti strutturali. L’avvio del secondo mandato del rettore Angiolino Stella sarebbe dunque l’occasione per avviare una gestione rinnovata nei contenuti e nelle persone.
La squadra scelta dal rettore Stella per il governo dell’ateneo dei prossimi quattro anni è tuttavia identica a quella dell’ultimo quadriennio. Ovvero: è sì composta da professori di grande esperienza e rispettati nel loro ruolo accademico, ma delude le aspettative di veder coinvolte in ruoli di prima responsabilità nei settori-chiave della ricerca, del trasferimento tecnologico e della valutazione, le migliori e numerose risorse giovani - cioè under-50 - che il nostro Ateneo annovera. D’altra parte, è sicuramente benvenuta l’istituzione dei gruppi di lavoro su ricerca e qualità: peccato che arrivi con quattro anni di ritardo.
Il rettore e la sua squadra affronteranno una situazione difficile, e speriamo vogliano mettere in campo scelte coraggiose. I dati ufficiali fotografano una lieve crescita del numero di studenti, accanto a un corpo docente anziano che nel 2010 farà superare il tetto del 90% della spesa per stipendi sul totale dei finanziamenti statali. Ciò significa che l’ateneo pavese non potrà più accedere ai fondi aggiuntivi e, di conseguenza, neppure permettere avanzamenti di carriera ai giovani meritevoli.
Il confronto con gli atenei italiani ci vede primeggiare nella classifica Censis-Repubblica, ma posizionarci mediocremente nella graduatoria dello scorso luglio del Ministero, valida ai fini dell’attribuzione di importanti finanziamenti aggiuntivi. D’altronde, sebbene offriamo insegnamenti di buon livello, titoli di laurea apprezzati nel mondo del lavoro e un’elevata qualità della vita studentesca in città, paghiamo una certa debolezza nella produttività scientifica media dei docenti e nella capacità di attrarre finanziamenti per la ricerca, in particolare dall’Unione Europea.
Il progetto pavese della Research University, ossia dell’Università eccellente nella ricerca, rischia insomma di non raggiungere il successo sperato. Abbiamo numerose aree che producono conoscenza e ricerca di livello mondiale e attirano capitali e intelligenze, ma ciò non basta se manca il coraggio di supportare con convinzione quelle più produttive e meritevoli.
Credo comunque che il futuro della ricerca scientifica a Pavia dipenda anche da scelte dell’amministrazione comunale come quella relativa al progetto del Polo tecnologico, che rimane decisivo per la nascita di nuove attività di impresa nei settori high-tech e per consolidare il tessuto produttivo. Se quindi da un lato l’Università deve dotarsi di referenti credibili anche verso il mondo industriale, capaci di attuare un vero trasferimento di conoscenze verso le imprese, dall’altro la politica non tema d’investire nel settore della conoscenza, che tanto ha dato a Pavia. Il sindaco Cattaneo sappia che, qualora vengano individuati percorsi condivisi per l’interesse collettivo della nostra città, le forze di opposizione in consiglio comunale non faranno mancare il loro apporto.
Guido Giuliani ricercatore Dipartimento di Elettronica Università di Pavia consigliere comunale, Pd

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