venerdì 2 settembre 2011

Caso Penati, i ritardi del PD


[lettera pubblicata su La Provincia Pavese in data 2 settembre 2011]

Caso Penati, i ritardi del PD

La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Filippo Penati non è stata gestita dai vertici del Pd come tanti militanti e simpatizzanti avrebbero voluto. Il segretario Bersani ha impiegato qualche giorno di troppo ad invitare Penati ad essere giudicato dai giudici, rinunciando alla prescrizione vergognosamente breve prevista dalla legge Cirielli. E' anche mancato un invito netto e immediato a dimettersi dal Consiglio Regionale della Lombardia, assemblea nella quale, oggi, la presenza di Penati non porta alcun beneficio ai cittadini, potendosi ben dire lo stesso - per altri motivi - della sua collega Nicole Minetti. Il Pd in cui io e tanti militanti crediamo ed abbiamo fiducia è un partito nel quale dirigenti ed amministratori sono al servizio dell'Italia e dei cittadini, e prestano tempo e competenze per rendere più giusta ed efficiente l'amministrazione pubblica. Il Pd deve smettere di alimentare carriere politiche pluri-decennali che giovano ai politici ma non alla società e nemmeno al Pd stesso. Il caso di Penati è esemplare: dopo essere stato sindaco di Sesto San Giovanni e presidente per cinque anni della Provincia di Milano, ha perso le successive elezioni provinciali nel 2009. Era quello il momento di porre termine ad un percorso che non aveva più capacità attrattive. La successiva candidatura di Penati a presidente della Lombardia nel 2010 è stata scialba e spenta, ed ha ottenuto uno scarso consenso tra gli elettori. Chiedo al Pd di essere più coraggioso, e di fare seguire alle sue idee di sviluppo e giustizia per l'Italia una rigorosa trasparenza interna e una minore sudditanza nei confronti dei suoi "big".

Guido Giuliani
consigliere comunale PD Pavia

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